Como

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Como (disambigua).
Como
comune
Como – Stemma
Como – Bandiera
Como – Veduta
Como – Veduta
Panorama dal Castel Baradello
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Como
Amministrazione
SindacoAlessandro Rapinese (lista civica Rapinese sindaco) dal 29-6-2022
Territorio
Coordinate45°48′36.9″N 9°05′10.1″E / 45.81025°N 9.086139°E45.81025; 9.086139 (Como)
Altitudine201 m s.l.m.
Superficie37,12 km²
Acque interne6 km² (16,16%)
Abitanti83 504[2] (30-11-2023)
Densità2 249,57 ab./km²
Frazioninessuna[1]; vedi elenco quartieri
Comuni confinantiBlevio, Brunate, Capiago Intimiano, Casnate con Bernate, Cernobbio, Chiasso (CH-TI), Grandate, Lipomo, Maslianico, Montano Lucino, San Fermo della Battaglia, Senna Comasco, Tavernerio, Torno, Vacallo (CH-TI)
Altre informazioni
Cod. postale22100
Prefisso031
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT013075
Cod. catastaleC933
TargaCO
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 228 GG[4]
Nome abitanticomaschi (forme meno usate: comacini, comensi, lariani)
Patronosant'Abbondio
Giorno festivo31 agosto
SoprannomeCittà lariana
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Como
Como
Como – Mappa
Como – Mappa
Posizione del comune di Como nell'omonima provincia
Sito istituzionale

Como (in italiano standard /ˈkɔːmo/[5] ascolta, pronuncia locale regolare /ˈkoːmo/[6] ; Còmm /ˈkɔm/[7] o Cùmm /ˈkum/[8] in dialetto comasco[9][N 1]) è un comune italiano di 83 504 abitanti[2], capoluogo dell'omonima provincia, in Lombardia. Como attrae turismo internazionale legato allo scenario naturale, ed è centro industriale basato sull'industria della seta, attività tipicamente comasca.

Il centro della città è situato sul lungolago, intorno alla piazza del Duomo, uno dei più apprezzati monumenti dell'Italia settentrionale. Il nucleo storico presenta ancora l'aspetto dell'originario castrum romano, con mura medievali ben conservate e grandi torri di vedetta.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Como e il primo bacino del lago.
Panorama della città
L'entrata del porto con la fontana di Villa Geno

Como è situata sull'estremità meridionale del ramo occidentale del lago di Como (Lario), in una piccola conca circondata da boscose colline moreniche. Al ritiro del ghiacciaio würmiano, la piana, oggi occupata dal centro cittadino, venne progressivamente interrata dai sedimenti portati dal torrente Cosia. Questo breve corso d'acqua nasce dai rilievi a sud del Triangolo Lariano, cinge la città a sud e a ovest scorrendo sotto terra per la maggior parte del percorso, e sfocia al Pràa Pasquée (PDF). zona anticamente paludosa e a pascolo (da “pasquerium” longobardo), poi bonificata tra Settecento e Ottocento.

Confina direttamente con la Svizzera, in particolare col Canton Ticino, distretto di Mendrisio e comune di Chiasso con cui costituisce un'area urbana unica, e dista circa 40 km da Milano.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Como.

L'inverno comasco risente relativamente dell'influenza mitigatrice della massa d'acqua lacustre. Le temperature minime di novembre, dicembre, gennaio, febbraio e, a volte, marzo possono scendere normalmente sotto lo zero e sono solitamente accompagnate da un alto tasso di umidità. Del tutto assente è invece la nebbia che caratterizza la vicina Brianza e la Pianura Padana, già in parte presente oltre le colline a sud della cosiddetta "convalle", ovvero del centro della città. La neve è abbastanza frequente, pur discontinua a seconda degli inverni, con valori di nevosità media annua che salgono procedendo dalla convalle (circa 20/30 cm annui) verso i quartieri periferici (circa 40/50 cm annui). Le ultime nevicate di un certo rilievo risalgono al 24 e 25 febbraio 2013, al 13, 14 e 15 dicembre 2012, al 31 gennaio, 1 e 2 febbraio 2012, al 17 dicembre 2010, al 21-22 dicembre 2009, al 2 febbraio e 6-7 gennaio 2009, al 26-27-28 gennaio 2006. Nel febbraio 2012 la neve è rimasta al suolo più a lungo a causa delle bassissime temperature registrate, con valori massimi sotto lo zero anche in centro per quasi una settimana. L'estate è relativamente calda, per quanto il periodo di massima gradazione sia piuttosto breve (non oltre le due settimane consecutive). Si possono raggiungere in qualche occasione i 35/36 °C. La piovosità è piuttosto elevata, con media intorno ai 1500 mm annui e superiore nei quartieri più settentrionali. La zona presenta spiccata tendenza a fenomeni temporaleschi. Nel territorio comunale si registrano alcune differenze nei valori minimi notturni tra i quartieri, a seconda dell'esposizione o meno alle brezze notturne. Spesso nella stagione estiva durante la mattinata le località lacustri registrano temperature inferiori rispetto all'entroterra per via della brezza di lago, salvo poi uniformarsi durante il pomeriggio grazie alla rotazione del vento.

COMO Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 6,68,812,719,023,027,029,528,523,618,011,67,77,718,228,317,718,0
T. min. media (°C) −1,00,04,08,013,016,018,117,513,08,04,0−0,5−0,58,317,28,38,3
Precipitazioni (mm) 697611710716113485136116125129632083853553701 318
Giorni di pioggia 668912107977861829262295
Eliofania assoluta (ore al giorno) 3,23,74,55,45,46,77,66,95,64,43,03,13,35,17,14,35,0

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

La Como conquistata dai Romani nel 196 a.C. è chiamata da Tito Livio Comum oppidum. Gaio Giulio Cesare rifonderà la città nel 59 a.C. battezzandola Novum Comum. Il toponimo Comum (сомvм) è la forma latina dell'originale Comm utilizzato dalla popolazione locale dei Comenses e mantenuto fino ai nostri giorni nel dialetto comasco. Deriva dalla radice celtica Koimo che significa "Abitato"[10]. Nel tardo Quattrocento è attestato anche l'esonimo in lingua tedesca, Kam, che a sua volta deriva direttamente da Comm.[11]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Como.

Antichità[modifica | modifica wikitesto]

Targa in pietra che ricorda come Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane siano nati a Como

Gli autori classici, a cominciare da Plinio il Vecchio[12] che riporta le parole di Origines, un'opera di Catone il Censore andata dispersa, attribuiscono la fondazione di Como alla stirpe degli Orobi. Numerosissime sono le testimonianze archeologiche venute alla luce a partire dal XIX secolo. Esse ci attestano nel primo millennio a.C. il fiorire di una civiltà, chiamata cultura di Golasecca, che colloca il comprensorio protourbano di Como, soprattutto a partire dalla metà del VII secolo a.C. fino alle invasioni galliche del IV secolo a.C., come centro di un vasto territorio, culturalmente uniforme, esteso da Bergamo fino al Ticino[13]. In questi secoli Como, che non era ubicata nella sede attuale, ma più a sud, dove oggi è localizzata la frazione di Prestino, sviluppò una civiltà che viene chiamata comense o della Ca' morta, dal nome della necropoli comasca, dove Como trova il suo ruolo di intermediazione commerciale e culturale tra la civiltà villanoviana e le civiltà celtiche d'oltralpe (cultura di Hallstatt).

In epoca romana Como era uno dei due terminali della via Novaria-Comum, strada romana che metteva in comunicazione i municipia di Novaria (Novara) e Comum (Como) passando per Sibrium (Castel Seprio). Da Como passava anche la via Regina, strada romana che collegava il porto fluviale di Cremona (la moderna Cremona) con Clavenna (Chiavenna) passando da Mediolanum (Milano).

Dracma d'argento etrusca rinvenuta a Prestino
Como in un dipinto di Jean-Baptiste Camille Corot del 1834
La piazza medioevale di San Fedele

A partire dal IV secolo a.C. l'abitato di Como si andò spopolando e le sue necropoli esaurendo. Con l'arrivo dei Galli, che scardinano il sistema preesistente, Como perse la sua importanza ed entrò in un periodo di declino. Rimane insoluto il problema dell'ubicazione del Comum oppidum, il centro comasco conquistato dai Romani nel 196 a.C. È possibile che, pur ridotto di dimensioni, si limitasse a occupare un'area sulle colline che gravitano intorno a Prestino alle pendici del monte Croce[14].

Nel 196 a.C. la Gallia Cisalpina venne definitivamente conquistata dal console Marco Claudio Marcello il quale stipulò un foedus aequum per legare in un'alleanza i vinti a Roma, concedendo lo ius Latii. In seguito a una terribile invasione dei Reti, nell'89 a.C., per volere di Pompeo Strabone l'antico oppidum fu ricostruito, rispettando la precedente locazione sulle colline, e riorganizzato amministrativamente, come il resto della regione, attraverso la Lex Pompeia de Transpadanis.

Nel 77 a.C. nel villaggio furono insediati 3 000 coloni per iniziativa di Gaio Scipione, forse soldati destinati a prevenire le scorrerie dei barbari. Nel 59 a.C. Cesare, in vista di una probabile espansione transalpina e considerando il territorio comense strategicamente importante per la difesa della penisola, fece varare la Lex Vatinia con la quale si fece autorizzare a fondare una colonia. Cesare fece allora bonificare l'area prospiciente il lago deviando i torrenti Cosia, Valduce e Fiume Aperto e vi insediò 5 000 coloni tra cui 500 greci che ottennero anche la cittadinanza romana, ai quali si fa ricondurre l'origine etimologica di località come Corenno (Corinto), Lenno e Lemna (Lemnos), Nesso (Nasso). A costituire una delle prime aree oggetto di colonizzazione sarebbe stato l'odierno quartiere della Coloniola, che fino al 1127 costituì un borgo fortificato a sé stante[15].

Nel 49 a.C. Como divenne un municipium. Durante il I secolo d.C. la crescita cittadina fu aiutata dalle donazioni di Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane, entrambi comaschi, che fecero erigere una biblioteca e uno spazio termale, oltre che due ville sul lago oggi non più esistenti. Nel 354 venne esiliato sul Lario il futuro imperatore Flavio Claudio Giuliano. A Como terminavano due strade romane, la via Bergomum-Comum, che giungeva da Bergamo e la via Novaria-Comum, che congiungeva Novaria (Novara) con Como passando per Sibrium (Castelseprio).

L'area lariana — grazie alla vicinanza con Milano, già segnata dalla presenza cristiana in epoca apostolica, alla presenza di centri urbani di antica data quali la stessa Como e Licini Forum e alla presenza di vivaci vie di comunicazione — fu evangelizzata molto presto. Si ritiene infatti che san Fedele di Como, ucciso nei pressi di Sorico (CO), sia il più antico martire non vescovo dell'intera Italia transpadana; e la diocesi di Como, fondata ufficialmente nel 386, ebbe ben presto vescovi nativi, non solo della città ma anche dei luoghi circostanti, segno questo di un cristianesimo ormai ben radicato[N 2].

Como fu attivamente interessata dallo scisma tricapitolino o scisma dei Tre Capitoli (in greco antico τρία κεφάλαια, trîa kephálaia), una divisione all'interno della Chiesa avvenuta tra i secoli VI e VII, causata da un folto gruppo di vescovi, per lo più occidentali, che interruppero le relazioni con gli altri vescovi e con il papa, rifiutando le decisioni del Concilio di Costantinopoli II del 553. La separazione durò circa un secolo e mezzo e interessò un vasto territorio, comprendente Italia del Nord, Dalmazia e Illirico. Molti vescovi dell'Italia settentrionale, della Gallia e del Norico, non accettarono l'imposizione del concilio voluto da Giustiniano, anche perché già durante il concilio di Calcedonia, nel 451, i teologi antiocheni erano stati riammessi nelle loro sedi e la vicenda doveva essere chiusa. Pertanto, questi vescovi non si considerarono più in comunione con gli altri vescovi che avevano accettato supinamente la decisione imperiale. Tra questi "ribelli" all'autorità imperiale e conciliare c'erano i vescovi Ausano e Macedonio, a capo rispettivamente delle province ecclesiastiche di Milano e di Aquileia. Il loro dissenso si acuì ulteriormente ai tempi del successore di papa Vigilio, papa Pelagio I (556–561), il quale, dopo tentativi di chiarimento e persuasione, invitò Narsete a ridurre lo scisma con la forza. Narsete non volle però obbedire alla richiesta del papa. Frattanto la Chiesa di Aquileia si era resa gerarchicamente indipendente e il suo vescovo Paolino I (557–569) fu nominato Patriarca dai suoi suffraganei (568: patriarcato autonomo) per sottolineare la propria autonomia. Le altre diocesi dipendenti dal metropolita di Aquileia (dei due, quello che aveva la sua sede proprio ad Aquileia longobarda) rimasero scismatiche. In particolare la diocesi di Como, il cui vescovo sant'Abbondio aveva avuto un ruolo diplomatico importante proprio durante la preparazione del concilio di Calcedonia, recise il rapporto di dipendenza dall'arcidiocesi di Milano e Como divenne suffraganea di Aquileia. La diocesi comense venera ancora oggi, con il titolo di santo, un vescovo, Agrippino (vescovo dal 607 al 617), che si mantenne in modo intransigente su posizioni scismatiche in opposizione anche alla sede romana. La Diocesi di Como rimase suffraganea del Patriarcato di Aquileia fino al 1789.

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Durante l'Alto Medioevo Como subì l'invasione dei Goti prima e dei Longobardi poi; nel 951 scese in Italia l'imperatore Ottone I e tra i suoi sostenitori vi era anche Gualdone, vescovo di Como. Durante il periodo comunale, Como fu contesa tra le famiglie rivali dei Rusca (o Rusconi) e dei Vitani. In seguito alla guerra decennale (1118–1127) tra Como e Milano, nonostante i comaschi disponessero di una forte flotta, formata da navi lunghe circa 30 metri e dotate di torri di legno e rostri, il 27 agosto 1127 Como venne assediata dalle forze milanesi, le mura e le abitazioni distrutte, gli abitanti dispersi[16].

Alleanza col Barbarossa[modifica | modifica wikitesto]

Como non fece parte della Lega Lombarda contro il Sacro Romano Impero. Anzi, fu proprio grazie all'alleanza con i tedeschi che la città poté aspirare all'egemonia perduta. Con l'aiuto dell'imperatore Federico I Barbarossa, nel 1158, il Comune ricostruì la città distrutta dai milanesi il 27 agosto 1127, riedificò e ampliò le mura di difesa con le sue imponenti torri di Porta Torre, San Vitale e Porta Nuova (o Torre Gattoni). Restaurò quindi il Castel Baradello, potenziandolo con la costruzione della poderosa torre e delle altre strutture. Nel 1159 ospitò lo stesso Barbarossa con la consorte Beatrice di Borgogna, di passaggio sul Lario.

Lo stemma di Como durante il Primo Impero francese

In questi anni Como ebbe la sua vendetta partecipando alla distruzione di Milano nel 1162 e dell'Isola Comacina nel 1169, piccola roccaforte lacustre alleata dei milanesi nella guerra decennale.

Con un diploma datato 25 ottobre 1167, Federico Barbarossa donò alla Chiesa e alla Comunità di Como — in premio della loro fedeltà — il Castel Baradello e la Torre di Olonio a Sorico.

Periodo visconteo[modifica | modifica wikitesto]

Con Azzone Visconti Como entrò definitivamente nell'orbita viscontea. Alla morte di Gian Galeazzo Visconti, avvenuta nel 1402, Franchino II Rusca tentò di instaurare a Como una signoria personale. Seguì un periodo di devastazioni e stragi fino al 1416 quando Como si consegnò a Filippo Maria Visconti. Alla morte di quest'ultimo (1447) Como conobbe un breve periodo d'indipendenza con la sua "Repubblica di Sant'Abbondio", che durò tuttavia solo fino al 1450, quando la città si sottomise a Francesco Sforza, duca di Milano.

Età moderna e contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

La casa natale di Alessandro Volta
Targa in ricordo di Cosima Wagner

Nell'ottobre del 1525 Como veniva occupata da don Pedro Arias, inviato da Antonio de Leyva, con 200 spagnoli, che smantellarono tra l'altro il Castel Baradello. Nel 1694 venne ordinato sacerdote a Como il gesuita Giovanni Girolamo Saccheri, padre delle geometrie non euclidee. Da allora Como seguì le sorti del Ducato di Milano e del Regno Lombardo-Veneto.

Nel 1768 il fisico Giulio Cesare Gattoni eresse in città il primo parafulmine italiano. Nel 1797 arrivò Napoleone, che a Villa Saporiti annunciò la costituzione della Repubblica Cisalpina, mentre il 24 dicembre 1837 nacque la figlia di Franz Liszt, Cosima, futura moglie di Richard Wagner. Il 27 maggio 1859, in seguito alla battaglia di San Fermo, Giuseppe Garibaldi al comando dei Cacciatori delle Alpi liberò la città dall'occupazione austriaca.

Nel 1899 Como ospitò una grande Esposizione Voltiana per celebrare il 1º centenario dell'invenzione della pila da parte di Alessandro Volta (1745-1827), suo più illustre cittadino.

In occasione del 1º centenario della morte di Alessandro Volta, a Como venne organizzato il Congresso internazionale dei fisici del 1927 che aprì ufficialmente l'era della meccanica quantistica nella comunità scientifica internazionale. Fu l'ultima occasione in cui la città ospitò un evento di portata mondiale. Sei anni più tardi, Albert Einstein arrivò in città per visitare il museo Voltiano.

Durante la seconda guerra mondiale Como venne risparmiata dai bombardamenti.

Nell'aprile del 1945 la città fu teatro della fuga e delle vicende legate all'arresto e alla fucilazione di Benito Mussolini e dell'epilogo del regime fascista.

Al referendum istituzionale del 2 e 3 giugno 1946, l'elettorato del comune di Como votò secondo gli umori nazionali, assegnando il 54,5% alla Repubblica e il 45,4% dei voti alla monarchia[17].

Nell'estate del 1949 si tenne in città una conferenza a cui partecipò anche Enrico Fermi (lo stesso Fermi nel 1954 tenne sul lago, a Villa Monastero di Varenna, la sua ultima seduta pubblica).

Gli anni cinquanta e sessanta vengono ricordati per l'operato del sindaco Lino Gelpi, che fece di tutto per abbellire la città, smantellando lo scalo merci delle Ferrovie dello Stato realizzando al suo posto il parco a lago e creando la passeggiata di Villa Olmo. Coprì inoltre il torrente Cosia con una strada a grande scorrimento — la cosiddetta "tangenziale" — per cercare di liberare il centro dalla morsa del traffico.

Nel 1981 per impedire la costruzione del carcere del Bassone le "brigate operaie", durante la cosiddetta "notte dei fuochi", disseminarono la città di bombe che furono disinnescate dall'artificiere Luigi Carluccio, che perse la vita con l'esplosione dell'ultima bomba. Una lapide ne ricorda il sacrificio sul luogo dell'esplosione.[18][19]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Gonfalone civico
Stemma

Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 17 aprile 1936.[20]

«Di rosso, alla croce d'argento centrata, al motto Libertas di nero in banda nel quarto cantone.»

Gonfalone

Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 9 marzo 1979[20], è un drappo di bianco riccamente ornato di ricami d'oro.

Bandiera

La bandiera di Como è una croce bianca in campo rosso (araldicalmente parlando, di rosso alla croce d'argento). È una bandiera comune a molte città ghibelline dell'alta Italia, ma le sue origini vanno ricercate nell'antichissima blutfahne (lett. "bandiera di sangue"), una bandiera di identica foggia usata da sempre dagli imperatori romano-germanici sui campi di battaglia.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

La città di Como è "la seconda tra le 27" città decorate con Medaglia d'Oro come "Benemerite del Risorgimento nazionale" per le azioni altamente patriottiche compiute dalla città nel periodo del Risorgimento, con speciale riferimento alla insurrezione del 1848 e alla battaglia di San Fermo.

Medaglia alle Città Benemerite del Risorgimento Nazionale - nastrino per uniforme ordinaria
«A ricordare le azioni eroiche compiute dalla cittadinanza comasca nelle cinque giornate del 1848. Durante la prima guerra d'indipendenza, Como fu per breve tempo sotto un governo provvisorio, sino alla sconfitta di Novara (23 marzo 1849). Il 27 maggio 1859 fu conquistata dai Cacciatori delle Alpi di Garibaldi e riunita poi al Regno d'Italia.»
Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte - nastrino per uniforme ordinaria

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Architetture di Como.
Piazza del Duomo e il "Broletto" sotto la neve
La torre di Porta Vittoria, all'ingresso del centro storico
La "Casa del Fascio", opera razionalista di Giuseppe Terragni
The life Electric, opera di Daniel Libeskind in omaggio allo scienziato comasco Alessandro Volta

Per la storia della diffusione della fede cattolica e degli edifici sacri vedi anche il testo Terre del Ticino. Diocesi di Lugano.[22]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Rovine[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Ville e palazzi di Como.

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

  • Necropoli della Ca' morta.
  • Prestino, scavi di via Isonzo.
  • Rondineto, Camere scavate nella roccia.
  • Brecciago, strutture dell'insediamento protostorico.
  • Terme romane, viale Lecco.
  • Villa romana, via Zezio.
  • Mura cittadine romane, cortile scuola media Parini via C. Cantù e sotterranei ex setificio via Carducci.
  • Cerchio votivo, nei pressi del cantiere del nuovo Ospedale Sant'Anna (Montano Lucino, località Tre Camini).

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Altro[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[30]

La città si trova al centro di un agglomerato urbano che comprende i comuni limitrofi inoltrandosi fin nella vicina Svizzera. A est, la conurbazione raggiunge il circondario erbese. La popolazione sommata di questa trentina di comuni supera le 215 000 unità. Se a essa si aggiunge l'area urbana della vicina Lecco (quasi attaccata a quella di Erba), l'area sfiorerebbe i 320 000 abitanti, creando così un'area e una macrocittà che per popolazione risulterebbe la terza della Lombardia, subito dietro le aree metropolitane di Milano e Brescia.

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2022 la popolazione straniera è di 11.156 persone, pari al 13,44% della popolazione.[31]

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Basilica di Sant'Abbondio
La basilica di San Fedele

La festa di Sant'Abbondio[modifica | modifica wikitesto]

Quella di Sant'Abbondio è la festa patronale di Como, che si celebra il 31 agosto nella chiesa omonima. La tradizionale fiera ha luogo nei pressi della basilica ed è animata da iniziative come la degustazione dei piatti tipici, la vendita dei prodotti artigianali e, lungo le mura della città, la mostra zootecnica, con esposizione di decine di animali come mucche, tori e vitelli provenienti dagli allevamenti della provincia. All'inizio la fiera era una semplice festa contadina che usava benedire le mucche; questa tradizione è ancora oggi mantenuta.

Il Santissimo Crocifisso[modifica | modifica wikitesto]

È la venerazione del Crocifisso, collegata alla processione del Venerdì Santo e all'anello del miracolo. Durante la Processione del Giovedì santo del 25 marzo 1529, la tradizione vuole che il Crocifisso spezzò le catene che il governatore spagnolo aveva eretto per timore di un'imboscata da parte dei francesi, azione che fu subito considerata come miracolosa dai presenti[32][33] e in seguito riconosciuta come tale dalla Chiesa nel 1608[34]. Il Crocifisso viene esposto alla venerazione dei fedeli tutti gli anni dal martedì Santo fino al venerdì Santo nella chiesa che era dedicata a S. Pietro da Morone (papa Celestino V) e oggi è dedicata proprio al SS. Crocifisso e baciata da migliaia di fedeli[35]. Il rituale costituisce una delle tradizioni devozionali più radicate nel comasco[36][37]. Il Venerdì Santo, il crocifisso è poi portato in processione dal vescovo lungo le vie di Como, evento questo che a causa dell'alto numero di fedeli solitamente causa gravi problemi di viabilità lungo le strade cittadine[38][39]. Fuori, lungo le mura del centro storico, ha luogo il mercato delle bancarelle, che dal giovedì prima di Pasqua anima la città con circa 160 ambulanti provenienti da tutta Italia coi prodotti più originali[40], evento tradizionalmente molto popolare fra i cittadini comaschi[41].

La Sagra di San Giovanni Battista[modifica | modifica wikitesto]

La celebrazione di san Giovanni Battista vede la rievocazione delle guerre medievali lariane, combattute sul lago nel 1169 e che videro l'esercito comasco, alleato di Federico Barbarossa, opposto alla roccaforte dell'Isola Comacina, alleata di Milano. Ogni anno, il sabato sera più vicino al 24 giugno, ha luogo l'incendio dell'isola sotto forma di uno spettacolo pirotecnico. La flotta della navigazione, con orchestra e ballo a bordo, salpa da Como alla volta dell'isola caricando centinaia di passeggeri. La sfilata dei battelli rievocherebbe l'arrivo dell'esercito comasco e della sua flotta. Inoltre per ricordare l'arrivo dell'imperatore Barbarossa in città, dal 1980 si svolge il Palio del Baradello che termina con una regata di barche sul lago nel mese di settembre.

La festa di Sant'Antonio abate[modifica | modifica wikitesto]

Ogni 17 gennaio, festa di [[S sant'Antonio abate]], davanti alla chiesa di Sant'Agostino, ha luogo la benedizione delle automobili e degli animali. Sul sagrato si svolgeva fino a qualche anno fa la minuscola fiera a base di dolciumi e castagne (tipiche anche le castagne bianche da mangiare col latte). Una nota particolare merita la Pampara, sorta di bastone decorato con dolci e piccoli giochi per bambini, oggi in disuso.

La cannonata delle ore 12[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1912 su iniziativa della Pro Como ogni giorno, alle ore 12:00 in punto, si può sentire distintamente in tutta l'area urbana che si affaccia sul lago un colpo di cannone sparato a salve che scandisce lo scoccare del mezzogiorno. Il cannone di origine austriaca è situato alle pendici di Brunate in località Carescione, visibile durante la salita con la funicolare verso il paese che sovrasta la città[42].

Il santuario della Madonna del Prodigio di Garzola[modifica | modifica wikitesto]

Il santuario conserva al suo interno un'immagine sacra di Maria Santissima con il Bambino che è venerata col titolo di Nostra Signora del Prodigio e che papa Giovanni XXIII elesse patrona dei naviganti. La preziosa effigie bizantina è legata a un fatto prodigioso avvenuto il 12 settembre 1669 nel mare Adriatico. Una nobile famiglia, fuggitiva da Candia, in viaggio verso Venezia durante una terribile tempesta vide galleggiare il quadro sacro in mezzo ai flutti, lo ripescò, chiese protezione alla sacra immagine ed evitò il naufragio; fu considerata per questo protettrice dei naviganti. Nel 2008 il vescovo Diego Coletti fece collocare sul tetto del santuario della Madonna del Prodigio la statua dorata della Madonna un tempo sulla cuspide della chiesa dell'ex seminario: ora la Madunina de Comm veglia sull'intera città.

Istituzioni, enti e associazioni[modifica | modifica wikitesto]

A Como e sul suo territorio sono presenti alcune benemerite associazioni:

  • La Società archeologica comense, attiva dal 1902, si occupa di divulgare le memorie storiche e archeologiche della città tramite la pubblicazione della prestigiosa rivista.

Ospedali[modifica | modifica wikitesto]

Como e la sua provincia sono servite da due strutture ospedaliere principali:

Non lontano dal Centro, in località Monte Olimpino, è collocata la storica clinica privata Villa Aprica.

Qualità della vita[modifica | modifica wikitesto]

Secondo l'indagine ISTAT diffusa il 28 agosto 2008 sugli indicatori ambientali urbani dei 111 comuni capoluogo di provincia relativi all'anno 2007, Como è stata classificata al 78º posto dopo Vibo Valentia e prima di Bari[43].

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Scuole[modifica | modifica wikitesto]

Il liceo Alessandro Volta, opera di Simone Cantoni

Nel comune sono presenti istituzioni prescolastiche, scolastiche di primo grado e di secondo grado, inferiore e superiore. Quelle di secondo grado superiore comprendono 2 licei classici, 2 licei delle scienze umane, 4 licei scientifici, 5 licei linguistici,1 liceo musicale, 1 liceo artistico, 6 istituti tecnici, 3 istituti professionali, 5 centri di formazione professionale (CFP)[44][45].

Università degli Studi e Alta formazione[modifica | modifica wikitesto]

Como è sede universitaria dal 1987, anno di avvio dei primi corsi del Diploma a fini speciali in Informatica Gestionale avviato dal Politecnico di Milano. Dal 1989 è sede di regolari corsi di laurea in ingegneria gemmati appunto dal politecnico milanese oltre che in scienze e più tardi in giurisprudenza, gemmati dall'Università degli studi di Milano. Dal 1998 questi ultimi corsi confluiscono nell'Università degli Studi dell'Insubria insieme agli analoghi corsi di Varese; Dallo stesso anno a Como ha sede (insieme con Varese), presso il prestigioso Palazzo Natta, il Rettorato dell'Università degli Studi dell'Insubria. Il Politecnico di Milano disponeva di un proprio polo territoriale con sede a Como, chiuso nel 2019. Per quanto riguarda le arti e la musica Como è sede sia di un conservatorio di musica sia di un'accademia di belle arti.

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Il Tempio Voltiano

Aree periodicamente riservate a mostre ed esposizioni

Media[modifica | modifica wikitesto]

Stampa[modifica | modifica wikitesto]

  • La Provincia, il più diffuso quotidiano cittadino.
  • Il Corriere di Como, quotidiano in edicola con Il Corriere della Sera.[46]
  • Como e dintorni, rivista mensile di storia, arte, cultura attualità e turismo.[47]
  • Magic Lake, magazine di natura, cultura e imprenditorialità del territorio lariano.

Radio[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Teatri[modifica | modifica wikitesto]

In attività[modifica | modifica wikitesto]

Non più attivi[modifica | modifica wikitesto]

  • Teatro Cressoni: nato per iniziativa di Annibale Cressoni, fu progettato da Pietro Luzzani nel 1870. Vi cantò Luisa Tetrazzini e vi recitarono Edoardo Ferravilla ed Ermete Zacconi. Dopo essere stato trasformato in cinematografo, nel 1997 fu chiuso e nel 2018 convertito in edificio residenziale.
  • Teatro Politeama: progettato nel 1910 dall'architetto comasco Federico Frigerio (Palazzo Plinius, Tempio Voltiano), per più di mezzo secolo è stato la seconda sala cittadina. La sua costruzione iniziò nel 1907 e subito venne inteso non solo come teatro, ma come centro destinato a più funzioni: per questo vennero progettati al suo interno un ristorante e un albergo.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Il parco pubblico di Villa Olmo
Como di sera
  • Festival Como Città della Musica - Festival estivo organizzato dal Teatro Sociale di Como e dal Comune dedicato alla musica nei luoghi più caratteristici e suggestivi della città. Da Villa Olmo a Palazzo Natta, dal Castel Baradello al Chiostro di Sant'Abbondio un susseguirsi di appuntamenti ricchi di emozioni e suoni per ogni età. Una lunga festa che nel mese di luglio anima la città.
  • Parolario - Manifestazione culturale legata alla fiera del libro, che vede la partecipazione di alcuni tra i maggiori nomi della letteratura e del giornalismo italiano. Si svolge all'inizio di settembre per due settimane.
  • La Città dei Balocchi - È così nominata la manifestazione natalizia rivolta inizialmente ai bambini, oggi trasformata in un'attrazione per il turismo invernale grazie al "Magic Light Festival", con l'illuminazione speciale di tutti i monumenti. Dura oltre un mese.
  • All'inizio di settembre si svolge a Como il Palio del Baradello[50], rievocazione storica che prende il nome dal Castel Baradello. Fonti storiche narrano che nel "mese di giugno, anno del Signore 1159, l'imperatore Federico I di Svevia, dopo aver sconfitto Milano e la Lega Lombarda con il determinante contributo delle truppe di Lodi, Cremona, e Pavia ma soprattutto comasche, riconoscente, giunge in visita a Como. La città alleata gli tributa gran festa e accoglienza: si organizzano in suo onore gran banchetti, luminarie, parate e gare sul lago." Il palio nasce nel 1981 e coinvolge le contrade storiche della città (Borgo di Rebbio, Borgo di Sant'Agostino, Borgo della Roggia Molinara, Contrada della Cortesella, Borgo di Camerlata, Borgo di San Martino, Borgo di Tavernola) e alcuni comuni del territorio lariano (Brienno e Cernobbio) che si sfidano per la conquista del “pallium”, drappo di seta dipinto a mano, ogni anno, da valenti artisti comaschi. Esso si articola attraverso tre gare ufficiali: la cariolana, corsa storica con le carriole, la giostra del saraceno, dove il Cavaliere di ciascun Borgo scende in campo galoppando sul proprio destriero e cerca di colpire il bersaglio del simulacro prima del proprio antagonista, sceso anch'esso in campo, ottenendo in tal modo il diritto a incontrare l'avversario successivo e il tiro alla fune, che ha sostituito dal 2005 la regata, gara remiera con le caratteristiche lucie.
  • Il LakeComo Festival[51], fondato nel 2006 propone una stagione musicale di musica da camera classica e contemporanea utilizzando ville e sedi storicamente rilevanti del lago di Como e proponendo importanti artisti internazionali. La sezione primaverile si svolge principalmente sul lago e in Brianza, la sezione autunnale riserva invece una finestra sulla città di Como e utilizza come sede la pinacoteca civica.
  • Festival della Luce[52] - Festival culturale primaverile fondato nel 2013, che si riallaccia alla tradizione scientifica di Como, città natale di Alessandro Volta che, con l'invenzione della pila, ha aperto la strada alle innumerevoli applicazioni dell'elettricità. Il Festival della Luce richiama in città alcuni tra i più importanti scienziati e studiosi a livello nazionale e internazionale, con la presenza di due premi Nobel nelle ultime due edizioni. Il Festival è organizzato dalla Fondazione Alessandro Volta e promosso e sostenuto dall'Associazione Città della Luce.
  • Centomiglia del Lario [53] - gara di motonautica organizzata dallo Yacht Club Como, viene disputata ogni anno tradizionalmente nel mese di ottobre. La prima edizione risale al 1949 ed è la seconda gara di motonautica più longeva d'Italia dopo la Pavia-Venezia

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Suddivisioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Circoscrizioni di Como

Circoscrizioni - Quartieri (evidenziando gli ex comuni autonomi)

  1. Albate - Muggiò - Acquanera - Trecallo
  2. Lora
  3. Camerlata - Breccia - Rebbio - Prestino
  4. Camnago Volta
  5. Como Centro - Como Ovest
  6. Como Borghi
  7. Como Nord - Como Est
  8. Monte Olimpino - Ponte Chiasso - Sagnino - Tavernola
  9. Civiglio - Garzola

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Sin dal Medioevo il territorio comasco ha avuto una notevole vocazione tessile, in particolare tra l'XI e il XVII secolo dominava il lanificio (con concentrazioni quasi industriali nei borghi comaschi lungo il Cosia, come l'attuale via Pannilani, e nel vicino centro di Torno). Nel corso del XIV e XV secolo il tessile comasco si specializzò in lane di uso comune, fustagni e tessuti economici, parallelamente però iniziò a diffondersi, verso la fine del Quattrocento, l'industria serica. Nel corso del Seicento il lanificio italiano, e comasco, attraversò un periodo di forte contrazione e crisi, subendo la concorrenza dei tessili nord-europei, mentre la produzione di sete resse, e nel corso del Settecento, soprattutto come seta greggia e semilavorata prodotta nelle immediate vicinanze della città, crebbe. Nel corso del XIX secolo, soprattutto dopo l'unificazione nazionale, il settore tessile comasco iniziò a mostrare segni di dinamismo, con una precoce industrializzazione e una certa capacità di attrazione di capitali esteri. Al principio del Novecento Como era una città a forte vocazione industriale con un ampio spettro di sotto settori specifici (stampa su tessuto, cravatte, sete pregiate, calze, tessuti generici, dopo la seconda guerra mondiale anche disegno per tessuti, moda e coloranti per tessuti); questa crescita avvenne anche ponendo in crisi e facendo una feroce concorrenza alle realtà industriali del nord Europa (inglesi, olandesi e francesi) che due secoli prima aveva soppiantato l'Italia nel primato dell'industria tessile. Il settore conobbe però una dura crisi, da cui non si è più del tutto ripreso (soprattutto per numero di addetti) all'inizio degli anni 1990, seguita da altre contrazioni; nel territorio comasco e nei comuni circumvicini è però ancora allocata una forte presenza di industrie tessili, anche se quelle specializzate su prodotti di alta gamma, di lusso o di marca hanno attraversato il trentennio di contrazione con una maggiore capacità di adattamento e con prospettive migliori.

L'edizione 2013 del Rapporto annuale sull'economia comasca del servizio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Como offre uno spaccato puntuale dell'economia dell'area.

Analizzando la consistenza delle imprese attive per settore di attività, si rileva la prevalenza del comparto del terziario, con 26 516 unità attive e un'incidenza in crescita pari al 60% del totale. Seguono per importanza le costruzioni (8 638 unità, con un peso sotto il 20%) e il manifatturiero (6 672 imprese, con un'incidenza pari al 15% del totale).

Per quanto riguarda i principali mercati di destinazione dei prodotti comaschi, al primo posto si posiziona la Germania, che assorbe il 13,5% dell'export di Como e al secondo posto la Francia. Anche i Paesi al di fuori dell'UE hanno aumentato la loro rilevanza, passando da un'incidenza del 40,8% (anno 2008) al 46,9% (anno 2013). Il settore tessile si conferma al primo posto nelle esportazioni.

Nella voce servizi, il turismo estero ha ottenuto il massimo storico di 701 938 arrivi (+0,3%). Il soggiorno medio è pari a poco più di due giorni per i turisti italiani e a poco meno di tre giorni per i turisti stranieri. Gli esercizi extralberghieri hanno confermato il notevole dinamismo degli ultimi anni, crescendo di ventuno unità grazie ai bed & breakfast e agli alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale. Nel corso del 2013 gli arrivi dei turisti che hanno optato per una struttura alberghiera sono stati l'83,5% del totale.

Infine, nel comasco emergono tre ambiti di crescita e nuove opportunità: la nautica, le industrie culturali e creative e il florovivaismo. Quest'ultimo settore, inteso in senso lato come “filiera del verde”, comprende non solo il verde a uso di abitazioni private, ma anche il mantenimento e miglioramento del paesaggio e delle condizioni di vita nelle città attraverso la creazione del verde urbano.

Il turismo è stato sempre appannaggio dei paesi del centro-lago. In città, il fenomeno ha conosciuto un recente incremento grazie a una serie di produzioni cinematografiche e televisive come Ocean's Twelve, Casino Royale e Guerre stellari, e all'arrivo di personaggi di fama internazionale (ad esempio Anna Oxa, Madonna, Ivana Spagna, George Clooney, Brad Pitt, Richard Branson, Gianni Versace e tanti altri), versione moderna del tradizionale soggiorno di tipo aristocratico e letterario che ha caratterizzato il Lario nei secoli passati.[Dove sta scritto? Chiarire la fonte]

Nel settore dell'artigianato è diffusa e pregiata la lavorazione dell'argento, finalizzata alla produzione di oggetti in stile tradizionale e quella del ferro battuto applicata agli edifici pubblici.[54]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Battelli in manovra. Le crociere sul lago sono una caratteristica tipica della città
La funicolare per Brunate
L'idroscalo internazionale

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Autostrade[modifica | modifica wikitesto]

Il comune è attraversato dall'autostrada dei Laghi A9. Nell'area tra Albate e Camerlata ha inoltre origine l'autostrada A59, che interseca la A9 poco più a sud della barriera di Grandate.

Strade statali[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio di Como è attraversato dalle seguenti strade statali:

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

Mappa del nodo ferroviario

Como è collegata alle altre città lombarde (Milano inclusa) tramite il servizio ferroviario suburbano di Milano (linee S) e tramite il servizio ferroviario regionale (linee R-RE). Il collegamento con il capoluogo lombardo venne realizzato nel 1875[55].

Nel territorio comunale sono presenti sei stazioni ferroviarie:

Fino al 1966 era in funzione anche la linea Como-Varese sempre delle Ferrovienord che collegava direttamente con Varese Nord.

Tranvie[modifica | modifica wikitesto]

Nella prima metà del XX secolo la città era inoltre collegata alle località vicine mediante un'estesa rete di tranvie provinciali strutturata mediante le seguenti linee:

Funicolare[modifica | modifica wikitesto]

La Funicolare Como-Brunate è attiva dal 1894.

Navigazione[modifica | modifica wikitesto]

La navigazione lacustre di linea è attiva dal 1826 con numerosi servizi tra la città e i paesi della sponda (vedi lago di Como).

Fino al 1871, il porto di Como era situato in corrispondenza dell'attuale Piazza Cavour, ottenuta dall'interramento dell'area.[55]

Aeroporti[modifica | modifica wikitesto]

In città è attivo l'Idroscalo Internazionale di Como, gestito dall'Aero Club Como, dove ha sede una scuola di volo per l'addestramento di piloti d'idrovolante unica in Europa. Inoltre, vi è presente una scuola di paracadutismo.

Mobilità urbana[modifica | modifica wikitesto]

La rete dei trasporti pubblici urbani è dotata di 9 linee di autobus gestite da ASF Autolinee (ex SPT Linea).

La rete dei trasporti extraurbani (C) è gestita principalmente da ASF Autolinee e, in misura minore, dalla Ferrovie Nord Milano Autoservizi ed è composta da linee che collegano Como ai comuni della provincia e a Varese, Lecco e Bergamo. Alcune di esse hanno sostituito, dal 1966, la soppressa ferrovia Como-Varese delle Ferrovie Nord Milano.

In passato la città fu servita dal 1906 al 1952 da una rete tranviaria, in seguito sostituita da una rete filoviaria dal 1938 al 1978.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Como.

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Sport a Como.

Como ha una lunga tradizione sportiva, legata per lo più all'acqua, essendo la città affacciata sul lago omonimo.

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

Una formazione del Como nella stagione 1983-1984, durante un decennio di stabile militanza in Serie A

Il Como 1907, fondato il 25 maggio 1907, è la principale società calcistica cittadina. Nella sua storia ha disputato 13 campionati di Serie A e 36 di Serie B; nel 1996-1997 ha conquistato la Coppa Italia Serie C e nel 2007-2008 la Coppa Italia Serie D. Gioca le partite casalinghe presso lo stadio Giuseppe Sinigaglia. È stato rifondato due volte (nel 2005 e nel 2017) e milita in Serie B.

A livello femminile la società più importante è il Como 2000. Questo club, fondato nel 1997, ha disputato otto campionati di Serie A e sette di Serie A2.

Le principali società di calcio dilettantistiche si trovano nei maggiori quartieri cittadini, come ad esempio Albate (dove giocano Albate Calcio e Albatese), Sagnino e Rebbio. Alcune società storiche (come la Lario, fondata nel 1909) o comunque capaci di raggiungere il campionato di Eccellenza (come il Lora Lipomo 1962) sono scomparse. Per sopravvivere, altre storiche società, come Cittadella (fondata in convalle nel 1945), Ardita (fondata a Rebbio nel 1934) e Ardisci e Spera (fondata nel 1906) hanno invece unito le proprie forze, fondendosi o tra di loro (nel caso di Ardita e Cittadella) o con società di paesi limitrofi (come nel caso dell'Ardisci e Spera, unitasi alla squadra di Maslianico). Nella Polisportiva Libertas, squadra dell'oratorio di San Bartolomeo tirò i primi calci il famoso e compianto Gigi Meroni. Il campione del mondo di Germania 2006 Gianluca Zambrotta mosse invece i primi passi nell'Alebbio[56] (altra formazione del quartiere di Rebbio).

Canottaggio[modifica | modifica wikitesto]

Il canottaggio è rappresentato dalla Società Canottieri Lario Giuseppe Sinigaglia, fondata nel 1891. Si tratta di una delle più importanti società italiane di canottaggio e ha fornito diversi atleti alla Nazionale italiana, anche in occasione dei giochi olimpici. Giuseppe Sinigaglia, che fu il primo italiano a vincere la Diamond Challenge Sculls, è anche il più famoso atleta della società, che prese il suo nome per onorarne la memoria di caduto di guerra. Diciassette equipaggi della società hanno conquistato la medaglia d'oro ai campionati del mondo, cinque lo hanno fatto nei campionati europei mentre le vittorie in ambito nazionale sono un centinaio. La Canottieri Lario ha ricevuto la Stella d'oro al merito sportivo del Comitato olimpico nazionale italiano nel 1967[57].

A pochi passi dalla sede dei canottieri si trova lo Yacht Club Como, società nata dalla fusione di due distinte entità: il Circolo della Vela Como e la Motonautica Italiana Lario.

Ciclismo[modifica | modifica wikitesto]

Per sette volte Como è stata sede di arrivo di una tappa del Giro d'Italia, la prima nel 1937 e l'ultima nel 2019.

Il lungolago è stato teatro dell'arrivo del Giro di Lombardia in quasi tutte le edizioni della classica.

Da ricordare anche le medaglie d'oro conquistate ai giochi di Los Angeles 1932 da Paolo Pedretti e ai Giochi di Barcellona 1992 da Fabio Casartelli.

Hockey su ghiaccio[modifica | modifica wikitesto]

L'Associazione Hockey Como, fondata nel 1971, ha disputato due tornei di Serie A e altrettanti di Serie A2.

Per alcuni anni è stata attiva una squadra femminile, l'Hockey Club Lario Halloween, la quale ha disputato tutti i campionati dal 1990-1991 al 2006-2007, arrivando in sei occasioni al 3º posto. La società si è dissolta nel 2007.

Pallacanestro[modifica | modifica wikitesto]

La Pool Comense 1872, sezione di pallacanestro femminile della Ginnastica Comense 1872, è la squadra più titolata d'Italia avendo conquistato 15 scudetti (record), 5 Coppe Italia e 6 Supercoppe italiane, anche questo un record nazionale. A livello internazionale ha vinto la EuroLeague Women nel 1993-1994 e 1994-1995 e il Mundialito nel 1996. La squadra dopo aver concluso la stagione 2011-2012 al 6º posto in Serie A1 decide di non iscriversi ai successivi campionati per tornare attiva nel 2015 e partecipare alla serie B nazionale[58].

La squadra maschile più importante è quella della Pallacanestro Como, con trascorsi in Divisione Nazionale B. In passato è esistita anche una Ginnastica Comense 1872 maschile che ha disputato il girone finale del campionato italiano nel 1922 e nel 1923.

Pallanuoto[modifica | modifica wikitesto]

In città sono presenti due società pallanuotistiche.

La Como Nuoto, che gioca il campionato nazionale di Serie A2, ha conosciuto anche la gloria internazionale con la conquista, nel 1994, della Coppa COMEN. Nella sua storia ha partecipato in totale a otto edizioni del massimo campionato. La stessa società possiede una sezione di pallanuoto femminile che disputa, dalla stagione 2021/22, il torneo di Serie A1.

L'altra società cittadina è la Pallanuoto Como, partecipante al campionato di Serie B. Il presidente è Giovanni Dato.

Rugby[modifica | modifica wikitesto]

È presente una squadra di rugby, fondata nel 2005, il Rugby Como, che si allena al Centro Sportivo Belvedere e che promuove un programma di diffusione dello sport nelle scuole della città.

Scherma[modifica | modifica wikitesto]

La Ginnastica Comense 1872 è principalmente nota per la sua sezione di scherma che ha avuto, tra i suoi allievi, anche la medaglia olimpica di Melbourne 1956 Antonio Spallino e quella di Londra 2012 Arianna Errigo.

Ultimate[modifica | modifica wikitesto]

A Como è presente anche una squadra di ultimate, i FrasbaDalLac, vincitrice, tra l'altro, del premio Spirit of The Game nel campionato italiano open di Ultimate del 2006.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Esplicative[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Per il dialetto comasco, si utilizza l'ortografia ticinese, introdotta a partire dal 1969 dall'associazione culturale Famiglia Comasca nei vocabolari, nei documenti e nella produzione letteraria.
  2. ^ Ad esempio, dalla stessa città-fortezza dove fu martirizzato Fedele (all'epoca chiamata [Mons] Utechia), ma anche dal circondario di Licini Forum.

Bibliografiche[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Comune di Como - Statuto (PDF).
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 5 febbraio 2024. URL consultato il 6 febbraio 2024.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Luciano Canepari, Il DiPI - Dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 978-8-80-809344-8.
  6. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Como", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  7. ^ Carlo Bassi, Grammatica essenziale del «dialètt de Còmm», Como, Edizioni della Famiglia Comasca, 2014.
  8. ^ Libero Locatelli, Piccola grammatica del dialetto comasco, Como, Edizioni della Famiglia Comasca, 1970, p. 6.
  9. ^ Amanzio Aondio e Felice Bassani, Dialetto da salvare, Oggiono, Cattaneo Editore, 1983, p. 223.
  10. ^ P. Pensa, Noi gente del Lario, Cairoli ed. Como, 1982, pag. 575.
  11. ^ Hannes Obermair, Bozen Süd - Bolzano Nord. Scritturalità e documentazione archivistica della città di Bolzano fino al 1500, vol. 2, Bolzano, Città di Bolzano, 2008, p. 240 n. 1336 (documento del 1496), ISBN 3-540-63293-X.
  12. ^ Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, III, 124-125.
  13. ^ Raffaele de Marinis, L'abitato protostorico di Como in Como tra etruschi e celti, Società archeologica comense, Como, 1986.
  14. ^ G. Frigerio, Como romana, in Como nell'antichità, Società archeologica comense, Como, 1987.
  15. ^ TCI, Guida d'Italia [...], p. 275.
  16. ^ Fabio Romanoni, La guerra d’acqua dolce. Navi e conflitti medievali nell’Italia settentrionale, Bologna, CLUEB, 2023, pp. 31, 76-80, ISBN 978-88-31365-53-6.
  17. ^ Risultati del referendum '46 nel comune di Como, su elezionistorico.interno.gov.it.
  18. ^ Como, trentaquattro anni dopo la città ricorda il sacrificio di Luigi Carluccio, in Il Giorno. URL consultato il 25 febbraio 2019.
  19. ^ Morì disinnescando un ordigno in viale Lecco: Como ricorda il brigadiere Carluccio, in Corriere di Como. URL consultato il 25 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2019).
  20. ^ a b Como, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 2 giugno 2023.
  21. ^ [1]
  22. ^ Vaccaro, Chiesi, Panzera, 2003, p. 5, 6, 9, 10, 12, 14, 15, 18, 19, 27, 39, 44-46, 51, 55, 66, 69nota, 76, 77, 79, 80, 86, 88, 98,99, 101, 105nota, 108, 109, 112, 116, 117, 124, 127, 128, 137nota, 138nota, 209, 216nota, 217nota, 224, 226, 228, 231-234, 237, 243, 249, 250, 255, 256nota, 258nota, 264, 265, 267, 268, 271, 279, 285, 290, 294, 308, 315, 329, 380, 384, 385, 395, 399, 401, 412-414, 417-419, 421, 424, 425, 426, 428, 430, 433nota, 440, 442, 443, 446.
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  25. ^ TCI, Guida d'Italia [...], p. 276.
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  30. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  31. ^ demo.istat.it, https://demo.istat.it/app/?i=P03&l=it.
  32. ^ Il Ss. Crocifisso, su crocifissocomo.altervista.org. URL consultato il 26 aprile 2020.
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  48. ^ L’interno della basilica – Parrocchia san Fedele, su parrocchiasanfedelecomo.it. URL consultato il 5 aprile 2022.
  49. ^ SIUSA - Parrocchia di S. Sisto in Como, su siusa.archivi.beniculturali.it. URL consultato il 5 aprile 2022.
  50. ^ Palio del Baradello (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2014).
  51. ^ LakeComo Festival.
  52. ^ Festival della Luce.
  53. ^ Centomiglia del Lario, su centomigliadellario.com.
  54. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 1, Roma, A.C.I., 1985, p. 14.
  55. ^ a b TCI, Guida d'Italia [...], p. 257.
  56. ^ Gianluca Zambrotta, amarcord degli esordi con l’Alebbio, in Corriere di Como, 13 aprile 2020. URL consultato il 26 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2021).
  57. ^ Una Rosa Camuna per la Canottieri Lario, su canottierilario.it. URL consultato il 26 aprile 2020.
  58. ^ Comense, come l'Araba fenice…, su basketnet.it. URL consultato il 29 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mina Gregori (a cura di), Pittura a Como e nel Canton Ticino: dal Mille al Settecento, Milano, Cariplo, 1994, ISBN non esistente.
  • Touring Club Italiano (a cura di), Guida d'Italia - Lombardia (esclusa Milano), Milano, Touring Editore, 1999, ISBN 88-365-1325-5.
  • Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi e Fabrizio Panzera (a cura di), Terre del Ticino. Diocesi di Lugano, Brescia, Editrice La Scuola, 2003.

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