Quarantasetterosso

ARTISTA
Genini Gabriele (06/01/1981) – pittura, disegno, incisione

INDIRIZZO
Via Delle Conce n°47r
50122
Firenze

CONTATTI
geninig@yahoo.it
www.genini.ch

INTERVISTA

LUIGI LOMBARDI VALLAURI
L’Arte è qualcosa che punta all’emozione estetica, ma l’emozione estetica può essere un punto d’appoggio per un balzo a qualcosa di ulteriore? Sei in grado di descrivere l’ulteriore?

Questo “ulteriore”, che nasce dall’emozione estetica, è parte fondamentale dell’opera d’arte. Dal momento in cui consideriamo l’arte come “linguaggio” e come comunicazione, necessariamente il sentimento estetico che trasmette un’opera “riuscita” sarà il punto d’appoggio per qualcosa che va oltre la sfera del puro sentire. Il sentimento estetico, in altre parole, può (o addirittura dovrebbe) muovere il fruitore verso la sfera dell’intelletto, conducendolo ad una personale ed intima riflessione.

GIULIANO DA EMPOLI
L’arte non può forse cambiare il mondo, ma può almeno tentare il cambiare il modo di vedere il mondo. Come pensi che la tua ricerca artistica possa cambiare il modo di vedere la città?

La mia personale ricerca artistica non ha la pretesa di cambiare il modo di vedere la città. Non sono tanto le mie opere (ciò che raffigurano) ad offrirne una visione diversa, quanto (forse) il fatto stesso di essere un artista che opera e lavora a Firenze. Il constatare, anche attraverso questo progetto di Case D’Arte, l’esistenza di un vivo e consistente movimento di giovani artisti sul territorio, offre una visione di Firenze certamente diversa da quella di “città museo” cui siamo abituati.

PIERO FERRUCCI
Pensando a una delle tue opere, come descriveresti la sua nascita e il suo sviluppo nel tuo mondo interiore?

Il processo di creazione delle mie opere prende vita da una doppia componente. Inizialmente è l’elemento emotivo, spesso legato al sentimento della malinconia e del ricordo di emozioni vissute, a muovere il processo creativo; successivamente interviene la parte razionale-intellettuale che elabora quel sentire e cerca di trovare la forma (composizione, immagine, colori, tecnica, ecc) che meglio è in grado di riflettere, esprimere e comunicare quel sentimento.

LUIGI ZANGHERI
Ritenete che nell’attuale momento di crisi generalizzata dei valori la “ricerca” e il concetto di “qualità” siano ancora essenziali nel fare arte?

Certamente. La ricerca è la base e la componente che muove il mio operare artistico. La “qualità”, intesa sia come qualità tecnica ed espressiva sia come coerenza ed onestà nel proprio lavoro,  è altrettanto importante, anzi fondamentale.

PIETRO GAGLIANO’
Una riflessione sugli studi d’artista impone l’interrogativo sulla distanza che l’artista pone, o elude, tra sé e il mondo e su quanto sia giustificabile oggi il lavoro di un artista che (seguendo un modello romantico e bohemien) ritenga di poter lavorare senza guardare oltre i confini del proprio spazio protetto. L’attualità (su scala locale e globale) che peso ha nel processo creativo? Quanto un artista dovrebbe avvertire il dovere di sollevare le questioni del disagio sociale, del dissesto ecologico, dell’emergenza geopolitica?

Premesso che l’artista lavora NEL mondo, internamente alla società che lo circonda, e che sia quindi impossibile operare in uno spazio isolato o “chiuso”, ne consegue un’inevitabile influenza ed interazione tra artista e realtà che esso abita (sociale, politica, ecologica, intellettuale, sia locale che globale). Non necessariamente è compito (o “dovere”) dell’artista sollevare questioni politiche o sociali, ecologiche o morali.

FIAMMETTA STRIGOLI
Televisione, pubblicità, personal computer, internet concorrono a caratterizzare l’individuo di questo nostro tempo come homo videns, un fruitore d’immagini esposto ad esperienze visive che sono il risultato della ricerca tecnica prima, tecnologica poi, e che hanno talvolta fornito “materiali” al fare arte, incidendo sul profilo dell’artista contemporaneo per l’opportunità di amplificare la propria traiettoria operativa, contaminando e ibridando i linguaggi espressivi.
Salto in positivo di creatività comunicativa, capace di cambiare nel tempo il significato di artista più vicino al profilo dell’artista rinascimentale o anti-arte che nega la “vera” creatività a partire dalla presa di distanza dal concetto di manualità, insito nei generi classici come il disegno, la pittura e la scultura?

Credo che prima di tutto ci si debba interrogare su cosa può definirsi arte oggi….

CRISTINA GIACHI
Si sentono parte di un movimento artistico fiorentino? Esiste una sinergia tra i giovani artisti? Esistono luoghi di discussione-confronto? Si lavora pensando alla città o il lavoro è rivolto ad un pubblico esterno?

Personalmente più che membro di un “movimento artistico” mi sento un artista che opera nella città di Firenze. L’atelier (inteso come spazio in cui l’artista lavora) credo possa essere un punto d’incontro, in cui discutere-confrontarsi, tra artisti ma anche tra questi e la città.

VALENTINA FILICE
Reputi che quello dell’artista possa essere ritenuto un mestiere pari agli altri? Se d’accordo, in che termini potrebbe regolarizzarsi all’interno del circuito economico e produttivo nazionale?

Credo che in Italia il lavoro dell’artista non sia considerato in fondo un vero “ mestiere”. Certamente esso (in senso ampio del termine) non svolge un lavoro “uguale” agli altri, sebbene sia “pari” a quello che potrebbe essere il lavoro di un libero professionista. Potrebbe e dovrebbe quindi, a mio parere, regolarizzarsi all’interno del circuito economico e produttivo nazionale, così come lo è in alcuni paesi dove il mestiere dell’artista è riconosciuto come professione.

MARIA GIULIANA VIDETTA
Qual è la vostra domanda? Più precisamente, l’opera d’arte/l’attività artistica risponde alla domanda che l’artista si è posto e che attraverso l’opera rimanda al fruitore?

Nel mio caso non esiste una domanda cui le mie opere rispondono. Considero la mia attività artistica il mezzo di comunicazione che più mi è consono e mi appartiene.

ARTEFICE
L’idea del progetto Case d’Arte nasce dall’intuizione di poter mettere in relazione varie realtà di creativi presenti in città  per poter così ampliare una rete di lavoro e quindi creare anche maggiori occasioni di visibilità.
Quali azioni potrebbero portare un contributo positivo alla scena culturale fiorentina?

Il lavoro che Case d’Arte sta portando avanti è già, esso stesso, un grande apporto. Tutte quelle azioni che offrono  visibilità e la possibilità di uno scambio-interazione tra artisti e tra essi e i cittadini sono un contributo alla scena culturale fiorentina. Dovrebbero essere potenziate quelle manifestazioni (già esistenti e che riscuotono grande successo) come l’apertura al pubblico degli studi, con eventi che illustrino il lavoro svolto all’interno. Potrebbero essere discusse delle collaborazioni con il Comune e gli enti pubblici, così da valorizzare il lavoro degli artisti e renderli presenti e visibili alla città.

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