Antica Torre - allevamento di gatti sphynx

 


Due aspetti interessanti da approfondire...

A) LA CARDIOPATIA IPERTROFICA (H.C.M)

Teniamo a ringraziare di cuore il Dott. Michele Mazzi per il prezioso aiuto che ci ha fornito redigendo la documentazione che segue.

1. Introduzione 

Durante gli ultimi anni, tra chi ha a che fare con la razza Sphynx (allevatori, proprietari, veterinari e semplici estimatori), è stata evidenziata una malattia che può insorgere a qualsiasi età e che dal momento dell’apparizione dei primi sintomi, presto o tardi porta alla morte del gatto: la cardiopatia ipertrofica.

Grazie alla grande collaborazione degli allevatori sono stati eseguiti degli studi clinici approfonditi che hanno portato a dei risultati sorprendenti. Quasi il 10% dei gatti di razza Sphynx erano colpiti in maniera più o meno grave dalla patologia e tra questi numerosi gatti che erano stati utilizzati per la riproduzione.

Questi studi hanno permesso di stabilire che la causa della malattia è da ricondurre ad un difetto genetico che è trasmesso da gatti portatori sani o non ancora clinicamente malati ai propri discendenti.

Il grosso problema è che non tutti i gatti portatori sviluppano la malattia oppure la malattia si sviluppa solo dopo molti anni e dei gatti apparentemente sani sono utilizzati come riproduttori.

La grossa sfida dei prossimi anni sarà quella di mettere a punto un test genetico affidabile che permetta di identificare tutti i soggetti portatori del gene difettoso, evitando in questa maniera la riproduzione e la trasmissione della malattia.

2. Sviluppo della malattia 

Nel gatto colpito da cardiopatia ipertrofica il muscolo cardiaco si ispessisce in maniera più o meno generalizzata. Di regola l’ipertrofia tocca prevalentemente i due ventricoli del cuore e il setto interventricolare. Il muscolo cardiaco perde la  sua elasticità e di conseguenza non riesce più a contrarsi in maniera efficace e anche il riempimento del ventricolo risulta insufficiente.

Inizialmente il corpo compensa questo malfunzionamento del cuore e il gatto conduce una vita normale. Quando la gravità del danno cardiaco aumenta di regola cominciano i sintomi che possono essere inizialmente poco evidenti.


3. Sintomi 

Possibili sintomi di un problema cardiaco sono respiro affannoso, tosse, difficoltà di equilibrio fino a veri e propri svenimenti. Inizialmente i sintomi sono poco evidenti e spesso compaiono solo sotto sforzo, il gatto evita di giocare, sembra stanco e svogliato ma di regola conduce una vita normale. Con il progredire della malattia i sintomi diventano sempre più evidenti e il gatto necessita di una terapia. L’auscultazione del cuore evidenzia spesso  soffio cardiaco, tachicardia e disturbi del ritmo.

4. Terapia e prognosi
 
Purtroppo la terapia non permette di guarire il difetto cardiaco ma garantisce almeno inizialmente una buona qualità di vita. Senza terapia di regola l’evoluzione è piuttosto veloce e porta alla morte del gatto. Vi sono invece numerosi soggetti malati che se curati correttamente (e purtroppo non è sempre facile dare pastiglie magari più volte al giorno ad un gatto..) possono vivere ancora molti anni. I medicamenti più utilizzati sono vasodilatatori, diuretici, cardiotonici e se necessario anti-arittmici e anti-coagulanti.

5. Diagnostica

Una diagnosi precoce è di regola importantissima per ogni tipo di patologia. Iniziare il più presto possibile con una terapia permette di evitare un rapido peggioramento della malattia  e garantisce di sicuro una  migliore aspettativa di vita.

Nel caso della cardiopatia ipertrofica vi è inoltre la trasmissione genetica ai discendenti ed è quindi basilare potere identificare i soggetti malati ed evitare che siano utilizzati come riproduttori.

Una visita clinica del veterinario può eventualmente evidenziare un soffio cardiaco o dei disturbi del ritmo. Il problema maggiore è che non tutti i soffi cardiaci sono causati da una cardiopatia e vi sono soggetti colpiti dalla malattia che all’auscultazione sono perfettamente normali.

Allo stato attuale il metodo diagnostico più affidabile è l’ecocardiografia effettuata da uno specialista. Si tratta di una sonografia del cuore che permette di mettere in evidenza eventuali ispessimenti del muscolo cardiaco, la dimensione dei ventricoli e la forma delle valvole cardiache. Questo metodo diagnostico permette di confermare la diagnosi in soggetti malati o emettere una diagnosi precoce in gatti apparentemente sani.

L’ecocardiografia è raccomandata per tutti i gatti che sono utilizzati come riproduttori e deve essere ripetuta a scadenze regolari.

La grossa sfida dei prossimi anni è mettere a punto un test diagnostico genetico che permetta di identificare tutti i portatori del gene difettoso. Questo metodo diagnostico è già stato applicato con successo del caso del rene policistico del gatto persiano. Da quando è stato introdotto questo metodo diagnostico per i gatti persiani riproduttori, la frequenza dei gatti malati si è notevolmente ridotta.


B) LA STERILIZZAZIONE PRECOCE

Teniamo a ringraziare il Dott. Mauro Cavalli per il tempo dedicato alla realizzazione di questo testo.

1. Si sente parlare di sterilizzazione precoce, cosa significa esattamente?

Si chiama sterilizzazione precoce quella sterilizzazione che viene effettuata in un lasso di tempo compreso tra i 2 e i 4 mesi di età del cucciolo. Faccio notare che la sterilizzazione tradizionale è da considerare come una sterilizzazione precoce quando viene praticata all’età di 6 mesi. Molto probabilmente la precocità è più da riferire ad una situazione temporale dettata dai tempi dell’allevamento (di solito a 12 settimane il gattino viene ceduto).

2. I pareri attorno a questo tema sono spesso e volentieri contrastanti. Cerchiamo dunque di fare un po’ di chiarezza. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di una sterilizzazione precoce?

La pratica quotidiana opta sempre per l’intervento effettuato verso i 6 mesi. Il gatto è “più maturo”, è più pesante, riesce a tollerare stress fisici ed emotivi maggiori e il veterinario può lavorare con più tranquillità, in quanto il paziente è sicuramente più stabile, specialmente per quanto concerne l’anestesia.

A livello di letteratura non esistono grandi scritti in merito. Restano comunque delle varianti che fanno prediligere la variante precoce. Cito alcuni esempi:

 

- i micini trovatelli di 2 mesi vengono da me operati e poi liberati quale valida alternativa all’eutanasia.

- Un’altra possibilità riguarda la sterilizzazione precoce di soggetti venduti da un allevatore operati al fine di evitare che gli stessi, non essendo idonei alla riproduzione, vengano fatti riprodurre. 

 
Ho effettuato una cinquantina di interventi di questo tipo e non ho MAI osservato difficoltà di esecuzione e ho notato che i soggetti si riprendono molto velocemente con un comportamento del tutto privo di dolore. In due casi ho osservato delle cistiti croniche i cui sintomi sono però spariti del tutto dopo le cure prestate.

Sia i maschi che le femmine manifestano, dopo questo tipo di intervento, una crescita in lunghezza (lo stesso fenomeno lo possiamo osservare anche con l’altra alternativa).
 
Un altro punto molto importante è quello che questo tipo di intervento (unitamente al metodo tradizionale) riduce la possibilità di contrarre tumori alla mammella. L’operazione effettuata al di sotto dei 6 mesi porta il livello di rischio di contrarre il tumore alla mammella molto vicino allo zero.

3. I gatti di razza sphynx abbisognano di particolare attenzione durante l’intervento vista l’assenza di pelo?

Direi che il fatto di essere nudi comporta dei rischi dal punto di vista dell’anestesia in quanto può avvenire un abbassamento della temperatura. Quale alternativa all’anestesia standard (iniezione di chetamine e acepromazina in muscolo), preferisco, in questi casi, procedere con la variante per i soggetti a rischio, ovvero: piccola dose di chetamina e acepromazina in vena con l’aggiunta di un’anestesia gassosa per ottenere l’analgesia desiderata. Questo metodo ha come vantaggio un risveglio più veloce. Quale alternativa basterebbe mettere il gattino in un box riscaldato e procedere con la metodologia descritta prima.

Osservazioni: 

Faccio notare che interventi su animali molto giovani sono la routine in nazioni all’avanguardia come ad esempio gli Stati Uniti. Questi interventi non si limitano ai gatti, ma vengono eseguiti anche su cani e furetti. Ultimamente mi è capitato di visitare una partita di furetti importati dalla Nuova Zelanda e dell’età di 2 mesi. Essi erano tutti castrati e deghiandolati. Sono quindi stati operati a 2 mesi senza nessuna conseguenza nefasta per i piccolini.